La canzone del Padule

Questo canto ricorda l’eccidio del Padule di Fucecchio e fu pubblicato nella rivista “Cerreto tra l’Arno e il Padule”, a cura dell’amministrazione comunale di Cerreto Guidi nell’ottobre 2005.
Nella pubblicazione è contenuta questa citazione: “Allora ‘ste canzoncette si cantavano, c’era chi le diceva in poesia come quello che aveva inventato questa qui – era un certo Mazzei, della Colonna di San Rocco, ora è morto… si cantavano a veglia, o quando c’era qualche riunione al partito… (Liduino Tofanelli, 10 giugno 1997)
Ci sono diverse altre versioni del canto, qui ne pubblico due.

Popolo se m’ascolti (versione 1)

Popolo se m’ascolti
ti spiego la tragedia
del 23 d’agosto
l’orribile commedia:
a raccontarla mi proverò
ma ‘un so se in fondo ci arriverò.

L’umanità tremante,
da cannoni e granate
cercò d’andar distante,
dove non eran picchiate.

Le sue capanne ognuno fabbricò
per esser sicuro si rifugiò:
dal Ponte Buggianese
ci avean preso dimora
da Pieve, il Cintolese
e altri villaggi ancora.

E una mattina corsen laggiù,
per ammazzarla la gioventù:
di fucili e mitraglie
il Padule fu accerchiato,
dall’infame canaglia
del tedesco spietato.

Eran tutti innocenti,
poveri cuori umani,
dissen que’ malviventi:
“Vo’ siete partigiani!”

Vecchi e ragazzi,
donne e bambini,
barbaramente fecen morì.

Teniamo in mente tutti
quell’accaduto atroce
ci hanno pieni di lutti,
spregiando anche la croce.

Questi misfatti non so’ a scorda’
noi comunisti a vendica’!

Popolo se m’ascolti (versione 2)

Popolo se mi ascolti
Ti spiego la tragedia
Del 23 d’agosto
L’orribile commedia
Che a raccontarla mi proverò
Ma non so se in fondo
Ci arriverò

L’umanità tremante
Da cannoni e granate
Era poco distante,
la sua capanna
ognun fabbricò
per esser sicuro si rifugiò

Ponte Buggianese
La avevan presa a dimora
La Pieve e il Cintolese
Ed altri villaggi ancora
Stabbia e ancor più in là
Tanti sfollati
Venivano a stà

Quando venne all’orecchio
Di fascisti italiani
Che funzionarono apparecchi
Per avvertire i suoi cari

E una mattina
Corse laggiù
Per ammazzare la gioventù

Di fucili e mitraglie
Il Padule fu accerchiato
Dall’infame canaglia
Del tedesco spietato

Dal castello al bosco in giù
Chi era dentro non sortì più
Eran tutti innocenti
Poveri cuori umani

Dissero quei malviventi
Voi siete partigiani
Uomini donne
Vecchi e bambini
Che barbaramente fecer morir

Ma noi altri
Con decoro
Aiuteremo quei rimasti fratelli
Che nel pianto ne son ancora
Non trovano pace entro il suo cuor

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